Un equilibrio perfetto e irripetibile
Una straordinaria combinazione di elementi ambientali e climatici regala al Friuli Venezia Giulia le condizioni perfette per la coltivazione della vite e la produzione di vini bianchi di eccezionale qualità. Solo qui, in questa piccola regione italiana che confina con Austria e Slovenia, la protezione della catena alpina fa si che i venti provenienti da nord incontrino le brezze del vicino Mare Adriatico generando microclimi capaci di creare escursioni termiche ideali per lo sviluppo degli aromi. Alla base, un suolo dalle caratteristiche eterogenee, costituito da marne e arenarie ricche di minerali o da rocce carsiche, o ancora da terreni di origine alluvionale, rappresenta la base capace di dare a questi vini caratteri inconfondibili. Un melange di opportunità che una raffinata cultura enologica, unita ad un profondo rispetto per il territorio e alla personalità dei produttori, ha trasformato nei vini bianchi che i migliori ristoranti del mondo sono orgogliosi di proporre.
I doni della natura e l’eredità di una visione rivoluzionaria
Nei primi anni Settanta prende avvio dal Friuli Venezia Giulia una rivoluzione nello stile di produzione dei vini bianchi che porta a coniugare la potenza all’eleganza, con profumi netti e facilmente leggibili. In pochi anni tutti i parametri di qualità vengono superati, accantonati e riscritti, non solamente in Italia. Non passa molto tempo che alcuni visionari produttori locali ripiantano e valorizzano alcune varietà autoctone anticipando una tendenza destinata a consolidarsi anche in altre regioni.
Ma già a fine ‘800 la storia del vino sul territorio aveva intrapreso la strada dell’innovazione come conseguenza delle decisioni emerse dal IV Congresso enologico austriaco, tenutosi nel 1891 a Gorizia, allora parte dell’Impero asburgico. Il Congresso cambiò la storia viticola del Friuli Venezia Giulia grazie a due grandi passaggi. Il primo fu quello di combattere la fillossera attraverso un’opera colossale: l’innesto delle varietà europee su piede americano, immune all’afide. Il secondo fu la scelta di introdurre, accanto a vitigni locali, altri di provenienza soprattutto francese. Vitigni che, nei decenni, hanno acquisito caratteri specifici imparando ad esprimersi al massimo livello grazie alle qualità uniche di questa terra. Al perfetto equilibrio ambientale per la coltura della vite che connota il territorio e il clima del Friuli Venezia Giulia, si affianca così una sapienza e una lungimiranza che hanno portano i suoi vini bianchi a conquistare ovunque i consumatori e gli esperti più esigenti.
Ma già a fine ‘800 la storia del vino sul territorio aveva intrapreso la strada dell’innovazione come conseguenza delle decisioni emerse dal IV Congresso enologico austriaco, tenutosi nel 1891 a Gorizia, allora parte dell’Impero asburgico. Il Congresso cambiò la storia viticola del Friuli Venezia Giulia grazie a due grandi passaggi. Il primo fu quello di combattere la fillossera attraverso un’opera colossale: l’innesto delle varietà europee su piede americano, immune all’afide. Il secondo fu la scelta di introdurre, accanto a vitigni locali, altri di provenienza soprattutto francese. Vitigni che, nei decenni, hanno acquisito caratteri specifici imparando ad esprimersi al massimo livello grazie alle qualità uniche di questa terra. Al perfetto equilibrio ambientale per la coltura della vite che connota il territorio e il clima del Friuli Venezia Giulia, si affianca così una sapienza e una lungimiranza che hanno portano i suoi vini bianchi a conquistare ovunque i consumatori e gli esperti più esigenti.
I vini bianchi del Friuli Venezia Giulia
I vini bianchi della regione rappresentano un'eccellenza enologica assoluta. Sul territorio sono coltivati diversi vitigni autoctoni, tradizionali e internazionali. Le scelte relative all'utilizzo delle uve in purezza piuttosto che all'assemblaggio di varietà diverse caratterizzano ciascun produttore così come quelle relative alle metodologie di vinificazione.
Friulano
Un vino in grado di raccontare ogni lembo di terra di questa regione. Per i friulani il bianco per antonomasia, elegante, avvolgente, con il suo abbraccio dal sapore di mandorla capace di adattarsi alle annate e di renderle uniche in ogni espressione territoriale.
Pinot Grigio
L’uva più piantata in Friuli Venezia Giulia, un autoctono acquisito, dalle espressioni fresche e profonde con i colori che variano dal bianco ad un tono ramato bello come un tramonto. Un vino che qui ha trovato dimora quasi perdendo l’accento francese in virtù di quello friulano.
Malvasia Istriana
Denso nel suo corpo e con il mare al suo interno, sapido e penetrante al sorso, un vino che si porta dentro il calore del sole e la freschezza del mare. Unica nella sua espressione così legata a questa terra, capace di distinguersi dalle tante altre malvasie d’Italia.
Chardonnay
Shahar Adonay, “la porta di Dio”, da questa iscrizione che colpì i crociati alle porte di Gerusalemme, secondo la leggenda arriva il nome Chardonnay. Non è invece leggenda che sia il vino bianco più piantato al mondo e che in Friuli Venezia Giulia si esprima, secondo le zone, in modo austero o fine ma sempre con ottimi risultati.
Ribolla Gialla
La Regina, brillante e fresca, con quella sua acidità che pulisce il palato preparandolo ad accogliere i sapori, cangiante e versatile, in grado di esprimersi in diverse forme, spumante, fresca e agile in bianco, o macerata, ad estrarre tutto ciò che la sua buccia racconta. Una storia lunghissima alle spalle, sempre legata a questa terra.
Sauvignon
Elegante e austero nel mondo, qui si arricchisce di freschezza unita ad un sorso sempre agile e ad un naso educato, che passa dai fiori alla frutta matura, sempre riconoscibile e pronto ad adattarsi alle stagioni. Fresco e profumato in pianura, profondo, persistente e longevo in collina. Un francese in trasferta che parla perfettamente la lingua di questa regione.
Vitovska
La Principessa del Carso, che guarda il mare dall’Altipiano che sovrasta Trieste senza temere le raffiche di Bora. Vitigno tenace legato alla roccia carsica fresco, delicato e profondo, gentile al palato ed indimenticabile come un tramonto. La vera voce di questa terra di confine.
Pinot Bianco
La finezza, la gentilezza, la delicatezza espressa in un vino che sa esprimersi a grandissimi livelli e che ogni appassionato non si fa sfuggire. Espressioni eteree per un vino che in questa terra non perde il carattere varietale unendolo ad una incredibile espressione territoriale.
Picolìt
La dolcezza nascosta del Friuli, mai stucchevole, nobile e conosciuto in Europa già dal ‘700. Un vino di eleganza impareggiabile e di assoluta delicatezza che ingentilisce i palati più raffinati, di classe ed esigenti.
Ramandolo
Ramandolo è vino e luogo, dove le uve di Verduzzo Giallo, trovano casa e prendono nome. Uva tenace, coriacea, coraggiosa e in grado di sopportare ogni avvenimento delle stagioni, sempre pronta a regalare dolcezza, con un corpo che può reggere ogni abbinamento. Il vino che racconta il carattere friulano.
I vini rossi del Friuli Venezia Giulia
Il 15% della produzione regionale è dedicata ai rossi, vini che vantano espressioni stupende e capaci di farsi ricordare. Dagli autoctoni come il Refosco dal peduncolo rosso, il Refosco di Faedis, lo Schioppettino, il Pignolo, il rarissimo Tazzelenghe ed il Terrano per proseguire sugli internazionali, che hanno assunto qui un aspetto profondo di tipicità, come il Merlot, il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon e il Pinot Nero. Ognuno in grado di trasmettere le espressioni precise dei microclimi e dei terreni di ogni singola zona.
Le zone DOC del Friuli Venezia Giulia
La regione, oltre a due DOC interregionali come quelle del Pinot Grigio delle Venezie e del DOC Prosecco, conta la DOC Friuli, o Friuli Venezia Giulia, rivendicabile in tutte le zone, la DOC Friuli Grave, che attraversa le pianure tra le ex province di Udine e Pordenone, la DOC Friuli Latisana e la DOC Friuli Annia, nella riviera friulana, la DOC Friuli Aquileia, con la sua storia millenaria, la DOC Friuli Isonzo, la DOC Carso e le due DOC di collina: DOC Collio, o Collio Goriziano, e DOC Friuli Colli Orientali. A queste si aggiungono anche tre DOCG, Ramandolo, Colli Orientali del Friuli Picolit e Rosazzo oltre ad una parte della DOCG Lison nel basso pordenonese. Sempre all’interno della DOC Friuli Colli Orientali si contano cinque sottozone quali Refosco di Faedis, Schioppettino di Prepotto, Cialla e Pignolo di Rosazzo e Ribolla Gialla di Rosazzo.